Scappa – Get Out è un film del 2017 scritto, diretto e co-prodotto da Jordan Peele che esordisce dietro alla macchina da presa proprio con questo film, ma passiamo subito alla trama: il fotografo afroamericano Chris Washington va a passare il weekend nella casa di famiglia della sua fidanzata Rose Armitage, inizialmente l’atmosfera è cordiale e i genitori della ragazza sembrano essere molto felice per la coppia ma c’è qualcosa di strano…i due genitori hanno due domestici afroamericani con atteggiamenti strani, quasi robotici, il giovane Chris ovviamente ne rimane colpito ma anche infastidito da questa situazione. Una sera la madre della ragazza lo fa accomodare nel suo studio e inizia a porgli delle domande molto personali fini a che il ragazzo non si addormenta e si risveglia il giorno dopo nel suo letto confuso. Nel pomeriggio i due coniugi organizzano una festa nel loro giardino e Chris nota subito di essere l’unico afroamericano e inoltre gli ospiti cominciano a fargli degli strani apprezzamenti riguardanti il suo aspetto fisico e la sua etnia, solo più tardi gli sarà presentato un altro ospite afroamericano che però dopo aver parlato con Chris avrà una strana reazione…il ragazzo è sempre più confuso ma decide di andare a fondo in questa storia e di scoprire la verità sulla famiglia Armitage.
Il film è diretto molto bene e con gran cura nei particolari, si sente la forte vena critica nei confronti della società americana la quale maltratta i suoi cittadini afroamericani perché comunque li considera sempre diversi. Una particolare attenzione secondo me va ai colori del film, la luce, sempre illuminati i bianchi mentre gli afroamericani hanno illuminazioni più scure sembra infatti significare e sottolineare la differenza sociale dei due mondi, argomento che è molto caro al regista e che toccherà con ancora più chiarezza nel suo secondo lavoro ossia US (Noi).
Il film ha avuto un’ottima accoglienza ed è parzialmente ispirato al film La notte dei morti viventi proprio per l’atmosfera inquietante che si percepisce durante tutto il film.
Recensito da Anastasia Vulgaris