
Per la rubrica Horror Games oggi parliamo di Doki Doki Literature Club, un inaspettato videogioco horror travestito da anime Shōjo.
ATTENZIONE! Sono presenti spoiler!
Doki Doki Literature Club: metagame e horror
Il gioco di cui si parlerà oggi, il cui logo potrebbe a prima vista ingannare ogni fan dell’horror, è una visual novel americana uscita nel 2017. Doki Doki Literature Club, primo (e attualmente unico) prodotto del Team Salvato è un interessantissimo esperimento videoludico, che sin da subito ha fatto molto discutere la community dei videogiocatori interessati non soltanto al genere delle visual novel, ma anche al medium videoludico di per sé.
Il titolo presenta un volto apparentemente molto innocente, uno stile nipponico da anime Shōjo e un gameplay abbastanza basilare. Lo scopo del gioco è infatti simile a quello di una classica visual novel in stile “harem”: quello di portare il protagonista maschile a fare conoscenza con una delle tante ragazze all’interno del proprio gruppo di amici.
DDLC non è da meno, infatti dopo aver dato un nickname al nostro personaggio, il giocatore verrà subito catapultato all’interno della storia. Il nostro protagonista è un ragazzo che si sta per iscrivere a un nuovo liceo e trova al suo interno una vecchia conoscenza: Sayori, la classica amica d’infanzia un po’ esuberante e particolarmente contenta di vederlo. Lei lo introduce al suo club di letteratura che apre per al giocatore la possibilità di conoscere tutte le ragazze della storia e di scrivere loro dei poemi per migliorare le diverse relazioni. Ogni ragazza ha ovviamente il suo stile e il suo “carattere” tipico delle novel di stampo giapponese. Escludendo la precedentemente citata Sayori, le altre ragazze sono Natsuki, Yuri e Monika, quest’ultima però non interagibile.
I primi giorni all’interno del gioco proseguono molto tranquillamente: il giocatore ha modo di familiarizzare con i comandi, con l’ambiente di gioco e con i personaggi, scoprendone le varie personalità in modo da poter iniziare a fare la propria scelta sentimentale. Ma dopo alcuni giorni sarà proprio l’amica d’infanzia del protagonista a rivelare il proprio amore verso il nostro personaggio, e il giocatore sarà libero di accettare o meno questo impegno. A prescindere dalla risposta però il risultato rimarrà invariato perché il giorno dopo la presidentessa del club di letteratura Monika, mette il protagonista al corrente del fatto che l’ultimo poema scritto da Sayori aveva dei toni molto tetri. Al giocatore viene quindi consigliato di far visita a casa di Sayori dove inizia la vera storia del gioco. All’arrivo il protagonista scopre che Sayori si è tragicamente impiccata all’interno della propria stanza, il che è particolarmente strano visti i giorni precedenti in cui tutto sembrava normale. Dopo queste inquietanti immagini il gioco si arresta, riportando il giocatore al menù iniziale che si presenta un po’ diverso da prima, con dei difetti grafici. Sarà possibile ricominciare la storia ma ci si accorgerà subito che c’è qualcosa che non va.
All’avvio il protagonista non viene più benvenuto dalla sua amica Sayori, che sembra essere assente nella nuova partita, ma verrà direttamente portato al club di letteratura dove fa nuovamente la conoscenza delle ragazze.
Questo script verrà ripetuto altre volte. Lo stesso tragico destino infatti spetterà anche a Yuri e Natsuki, lasciando come ultima ragazza la presidentessa del club Monika. Ed è qui che si rivela la vera essenza del gioco. Viene infatti rivelato al giocatore il piano di Monika, una presenza potente e ossessionata dal giocatore. Va specificato che Monika non è solamente ossessionata dal protagonista, ma dal giocatore stesso e a prescindere dal nome che avremo dato all’inizio della partita, lei leggerà comunque quello del nostro account di Windows, che generalmente porta il vero nome del proprietario, chiamandoci quindi per nome. Ci rivela di essere stata lei a corrompere i dati di gioco, eliminando manualmente ogni personaggio che potesse influenzare negativamente l’amore tra lei e il giocatore e si imporrà in ogni modo per esserci solamente lei. Dopo la grande rivelazione infatti nel menù non avremo più la possibilità di selezionare delle voci ma avremo lo sguardo incessante di Monica a distruggere la quarta parete. Userà questo spazio per descrivere come la sua figura sia quella di un potente personaggio, cosciente di essere all’interno di un mondo di finzione in cui lei non è nemmeno una delle opzioni selezionabili, sentendosi alla stregua di un mero strumento narrativo.
L’unico modo per sconfiggere Monika è quello di giocare sporco come lei. Il giocatore può manualmente andare nella cartella di gioco di DDLC, poi in quella dei personaggi ed eliminare manualmente Monika. Al successivo avvio lei si accorgerà del cambiamento e quindi del rifiuto che il giocatore le ha posto, e con gli ultimi poteri a disposizione si scuserà e cercherà di riportare tutto alla normalità.
Il gioco presenta tuttavia due epiloghi, ottenibili in svariati modi: il primo semplicemente terminando per la prima volta il gioco che porterà comunque alla chiusura da parte di Monika del club di letteratura perché a detta sua “non c’è amore all’interno del club”, mentre l’altro scoprendo a fondo tutte le storie dei vari personaggi e assicurandosi l’amore di ogni personaggio del gioco, che farà rimanere il club aperto e mostrerà al giocatore un messaggio del creatore del gioco, con alcune delucidazioni sulla storia e sulle meccaniche.
Doki Doki Literature Club è un prodotto metanarrativo interessantissimo, una vera e propria perla degli ultimi anni. Si tratta di un gioco che fa riflettere molto sullo stato del videogioco sia come prodotto narrativo intricato e vasto, sia a causa della sua forma in questo caso cangiante, dove viene addirittura proposto al giocatore di eliminare digitalmente dei file di gioco che al contempo sono già stati toccati da un personaggio della narrazione. Inoltre incentiva il giocatore a cambiare a suo piacimento i file di gioco e vedere se eliminare prima o dopo alcuni personaggi influenza il proseguimento della narrazione.
L’imposizione di Monika, un NPC soffocante, ossessionato da noi ma al contempo oppresso dal software di cui fa parte, rende l’esperienza particolarmente asfissiante per il protagonista e per il giocatore stesso che sente violata la propria privacy e a cui viene negata all’interno del gioco ogni forma di amore che non sia quella con lei.
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