
Per la rubrica Horror Games oggi parliamo di Blasphemous, crudelissimo videogioco religioso con uno stile metroidvania.
Horror Games Blasphemous: tra miracoli e puro gore
L’horror di oggi è Blasphemous, un titolo di The Game Kitchen e pubblicato da Team17 uscito a settembre del 2019 del classico genere metroidvania ma con diversi elementi souls-like, ormai molto in voga. Il titolo è presente su tantissime piattaforme: PC/Mac OS, Playstation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Una vera meraviglia per gli occhi, Blasphemous presenta uno stile in pixel-art con disegni molto particolareggiati e visivamente ben fatti, che hanno fatto guadagnare al gioco diversi premi per la peculiare direzione artistica.
Come si evince dal titolo, il tema principale di Blasphemous è la religione, trattando temi come la devozione, il sacrificio e la punizione, alle volte con parecchia crudeltà.
La storia inizia con un miracolo, che permette al nostro protagonista, l’unico sopravvissuto della sua fratellanza, di resuscitare. Durante il suo viaggio a Cvstodia (il nome dell’intera zona di gioco) si imbatte subito verso la città di Albero, dove viene a conoscenza del fatto che la gente del posto è colpita da innumerevoli sofferenze e che lo stesso Miracolo che ha permesso lui di resuscitare, è anche lo stesso che dona vita alle forze che infestano questa città, seminando dolore, terrore e malattie.
Parte quindi il viaggio del nostro protagonista alla ricerca di una sacra reliquia che potrebbe permettergli di cambiare le cose, ma per farlo deve prima superare le Tre Grandi Umiliazioni e raggiungere la Culla dell’Afflizione, luogo dove incontrerà il suo destino. Tutto ciò gli viene spiegato da un personaggio di nome Deogracias che dona lui anche una spina che sarà importante ai fini dell’epilogo.
Il gioco infatti ha due finali, uno ottenibile se il giocatore è riuscito a far mutare del tutto la spina, esplorando per intero ogni angolo del gioco e sconfiggendo ogni boss; l’altro invece non completando del tutto. Ciò dona a Blasphemous un buon grado di rigiocabilità per permettere al giocatore di utilizzare a pieno anche tutte le abilità, difficilmente ottenibili in una singola partita.
Molto interessante lo stile narrativo, similmente alla saga di Dark Souls, la storia non è direttamente narrata ma i testi sono forniti al giocatore sotto forma di lore, e spetta quindi a quest’ultimo di andare a cercare e collegare le informazioni tra i vari oggetti e note presenti nella vasta mappa di gioco. Inoltre, la simbologia che il titolo offre è profondamente interessante, tanto da esortare il giocatore alla ricerca dei significati dietro ogni personaggio e dei loro ruoli all’interno della storia. Le religioni a cui il gioco si ispira sono principalmente quella cristiana e quella della cultura dell’Andalusia.
I nemici che il protagonista dovrà affrontare hanno infatti forti simbolismi religiosi, e sono tutte manifestazioni del Miracolo, in particolar modo i boss. Alla fine di ogni sezione è infatti presente un boss, essi sono le manifestazioni di fedeltà più pura del miracolo (nonché i personaggi dalle storie più interessanti), che il protagonista deve affrontare per passare alle fasi successive. I loro design (sia artistici che di gameplay) sono molto variegati e interessanti, ogni volta con stili diversi e con difficoltà disparate.
Essendo un souls-like, il gioco vanta una discreta difficoltà. Viene richiesta molta attenzione e dedizione da parte del giocatore per affrontare alcune particolari sfide e per destreggiarsi all’interno delle diverse ambientazioni. Il gameplay è quello di un tradizionale metroidvania, quindi scorrimento orizzontale tra le varie aree e una mappa interconnessa da esplorare e ri-esplorare per scoprirne tutti i segreti, i collezionabili nascosti e i numerosi potenziamenti per le nostre armi.
Come già accennato in precedenza, il titolo ha una direzione artistica di tutto rispetto. Ogni boss, ogni personaggio e ogni ambientazione è eccellentemente ben disegnata. La combinazione di scenari e la rilassante ma al contempo cupa colonna sonora è un’accoppiata da brividi. Le cutscene di gioco sono molto ben fatte, e riescono ad enfatizzare maggiormente quell’alone di mistero che avvolge tutti i personaggi del gioco.
In conclusione, Blasphemous è un titolo assolutamente da giocare se si è fan del genere metroidvania e delle sanguinose tematiche religiose del titolo. Dal punto di vista della longevità non c’è da aspettarsi un titolo particolarmente lungo (ahimè) ma un ottimo espresso di qualità e violenza. I diversi stili di combattimento possibili e i numerosi oggetti collezionabili presenti nella mappa influiscono però di gran lunga sulla rigiocabilità e quindi sulla longevità del titolo, rendendo la nostra permanenza nella città di Cvstodia un po’ più lunga. Anche il prezzo del gioco è abbastanza contenuto, e durante i saldi può essere recuperato anche con una decina di euro, sicuramente un’occasione da non farsi scappare!
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