
Per la rubrica in collaborazione con la piattaforma streaming horror HODTV oggi proponiamo la recensione di Zombie Massacre 2: Reich of the dead, presente in catalogo su https://hodtv.net/?idPr=WH96P
Zombie Massacre 2: Reich of the dead, è un lungometraggio del 2015, prodotto dal tedesco Uwe Boll, per la regia di Marco Ristori e Luca Boni, stesso gruppo che aveva già portato sullo schermo il primo episodio della serie Zombie Massacre.
L’ambientazione della pellicola dell’orrore è questa volta la seconda guerra mondiale, o meglio il Reich hitleriano che ha già superato il momento di avvio della soluzione finale. L’idea di fondere il panorama dei campi di concentramento, i nazisti e gli zombie non è nuova al genere cinematografico o quello videoludico e già dal prologo troviamo intuibile la trama: uno scienziato pazzo cerca, tramite prove su uomini ancora in vita, di creare il soldato perfetto per la razza perfetta.
Tutta la prima parte del film segue le disavventure di un plotone di soldati americani in territorio tedesco: nonostante il primo approccio ai personaggi sia piuttosto freddo, con il trascorrere dei minuti si finisce per affezionarsi ai poveri malcapitati (soprattutto all’impaurito ed inesperto soldato Adams). All’arrivo dei tedeschi ed ancor di più di fronte ai primi morti viventi, non si può fare a meno di empatizzare con la situazione degli americani. Non molto credibili i dialoghi invece, piuttosto piatti e di circostanza, anche nel momento di confessione tra i soldati, senza un vero punto di pathos che permetta allo spettatore di essere catapultato al centro delle scene.
Buone le prove attoriali in cui vediamo inseriti anche Ristori e Boni, oltre che un credibilissimo Mengele (Dan Van Husen). Riguardo agli effetti speciali e al make up, buono il tentativo che però in alcuni punti risulta troppo esasperato, rischiando di scadere nel sano e vecchio trash-gore: il primo approccio agli zombie è palesemente “chiamato” dall’ambientazione, colma di vecchi teli e lenzuoli insanguinati, con la creatura che si esibisce in fontane di sangue ogni volta che viene pugnalata.
La seconda parte del film cerca di dare una forte spinta sull’acceleratore, provando a dare uno spessore maggiore ai personaggi principali, riuscendoci soltanto in parte, proprio per la mancanza di tempo di sviluppo. Anche il finale è soltanto parzialmente riuscito, lasciando allo spettatore un po’ di amaro in bocca al dispiegarsi di tutte le trame.
Film piuttosto lento nello sviluppo della storyline, semplice e lineare, ma da tenere in considerazione per quei momenti in cui non si richiedono lungometraggi troppo complessi o intricati, che strizzano l’occhio alla moda tedeschi-zombie.