HODTV: “VHS” – Recensione

Written by Chiara Volponi

Luglio 31, 2021

Per la rubrica in collaborazione con la piattaforma streaming horror HODTV oggi proponiamo la recensione di VHS, presente in catalogo su https://hodtv.net/?idPr=WH96P

V/H/S è un film collettivo del 2012, articolato in sei diversi segmenti narrativi, il cui filo conduttore, a livello tematico, è rappresentato dal titolo stesso: si tratta di cinque filmati amatoriali, registrati con una videocamera portatile. A vederli è un gruppo di giovani teppisti con l’abitudine di filmare le loro imprese, che vengono incaricati da un misterioso mecenate di introdursi in una casa per rubare un VHS, riprendendo il tutto. Ma arrivati a destinazione, le cose non vanno come previsto: c’è un uomo riverso sulla poltrona davanti a una serie di televisori con il segnale interrotto, morto presumibilmente mentre guardava gli stessi filmati. 

I cinque diversi filmati nascono tutti dallo stesso desiderio voyeuristico che anima i protagonisti, e in tutti i casi le azioni prendono una brutta piega, rivelandosi alla fine fatali per gli stessi. 

Nel primo caso, un gruppo di ragazzi vuole registrare video porno amatoriali attraverso le lenti degli occhiali di Brad, che, con il solo ruolo di osservare i rapporti sessuali, sarà il regista della serata. In una festa i ragazzi abbordano la strana Lily, che portano in un motel, credendola sotto l’effetto di droghe, per riprenderla mentre hanno dei rapporti sessuali con lei. Ma Lily si rivela essere un mostro famelico che aggredisce e sbrana, uno ad uno, tutti i suoi aggressori.

Nel secondo episodio una coppia in viaggio in Arizona riprende la sua vacanza con una videocamera: una notte, la comparsa di una ragazza che chiede un passaggio per il giorno dopo innesca un serie di ansie e preoccupazioni, incentivate dalla scomparsa di soldi dal portafoglio del ragazzo. La ragazza si intrufola nella loro stanza d’hotel, prendendo in mano la telecamera e mostrando quello che farà…

Nel terzo episodio quattro ragazzi vanno in gita ad un lago in cui anni prima un gruppo di ragazzi è stato fatto a pezzi da un assassino solitario. Quando raggiungono la destinazione, paura e risate si mescolano nel sentire i racconti di una delle due ragazze: in realtà, è l’unica sopravvissuta di quanto successo anni prima, e con la telecamera vuole ottenere una prova della presenza del demone che ha ucciso i suoi amici, usando gli altri come esca.

Il quarto episodio usa la tecnologia dello screencast: i due protagonisti sono due fidanzati a distanza che si videochiamano dal computer. La ragazza vive da sola e avverte delle strane presenze in casa, confermate anche da un livido sul corpo. Decide di mostrare in diretta al ragazzo quello che sente e che vede…

Infine, l’ultimo corto vede come protagonisti un gruppo di ragazzi che vanno ad una festa di Halloween, accompagnati dalla fedele videocamera di uno di loro. Nella casa in cui sono stati invitati si sta consumando un rito satanico che ha come vittima sacrificale, che pensano sia parte della festa, ma scoprono presto che non si tratta di uno spettacolo…

VHS è una miscellanea di numerosi sottogeneri dell’horror, dall’exploitation allo slasher passando per il paranormale, e li omaggia con la scelta di uno stile che mima quello della registrazione su nastro con cui effettivamente molti film horror sono stati girati. Il film è un classico esempio di metanarrazione, dal momento che si basa molto sul concetto del guardare: sia perché i filmati amatoriali rispondono molto spesso ad un desiderio voyeuristico, a volte palesato dall’intento dei protagonisti di voler vendere i filmati e guadagnare con gli stessi, sia perché l’espediente narrativo è quello di usare le vhs come dispositivo attraverso cui i protagonisti guardano il film che noi spettatori vediamo, in una ‘visione nella vision’ e loro, per primi, si riprendono con lo scopo di vendere le loro riprese.

Il riferimento ai film del passato è tutt’uno con l’emulazione di uno stile da B-movie, o appunto da filmato amatoriale, che VHS adotta in toto: con piccole differenze da un episodio all’altro, che si adeguano alle esigenze narrative, il film è tutto un susseguirsi di interferenze, glitch, interruzioni del segnale e riprese tremolanti, che a volte confondono, portando a chiedersi: “Chi sta riprendendo chi? Chi c’è dietro la camera, adesso?”.

VHS, girato nel 2012, in un anno in cui già la videocassetta era stata soppiantata dal digitale, provoca una doppia nostalgia: quella per un passato più lontano, rappresentato da film come Venerdì 13 o Halloween, che vengono citati quasi letteralmente, e quella per un passato più vicino, quello degli anni ’90 e dei prima 2000, in cui gli episodi sono temporalmente ambientati. Ma l’obsolescenza è sempre dietro l’angolo, e non è difficile immaginare che in un futuro non molto lontano verrà fatto un film con il titolo di SVOD o Blue Ray che riprenda gli stilemi tipici della visione contemporanea. Il cinema, dopotutto, si presta benissimo ad una continua riflessione e rielaborazione del concetto di visione, e, per quanto il medium cambi, quello che non cambia è il desiderio di guardare, osservare, a volte anche di nascosto, ed essere osservati, i cui risvolti spaventosi e terrificanti sono stati sfruttati dal cinema riprendendo quanto accade davvero nella realtà quando la crudeltà si unisce all’esibizionismo, rendendo difficile, a volte, capire la differenza tra finzione e realtà. 

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