HODTV: “The Vatican Tapes” – Recensione

Written by Chiara Volponi

Febbraio 19, 2021

Per la rubrica in collaborazione con la piattaforma streaming horror HODTV oggi proponiamo la recensione di The Vatican Tapes, presente in catalogo su https://hnet/?idProdt=WH96Pv.

Film del 2015, prodotto da Lionsgate e Lakeshore Entrateinment, The Vatican Tapes viene distribuito in Italia dalla Midnight Factory nel gennaio 2016. Il film, a regia di Mark Neveline, chiarisce da subito il tema del film che si sta per visionare: esorcismo. O meglio, perché questi interventi borderline tra fede e violenza si stiano rendendo così necessari nel XXI secolo e di come il diavolo stia tentando di rinascere per mettere fine alla Gloria di Dio.

Il diavolo ti sceglie, ti osserva, ti analizza.

Le forze oscure aumentano ed il numero di richieste degli esorcismi sembra essere salito vertiginosamente, per questo il vaticano archivia e cataloga minuziosamente tutti i video e le prove del male nel mondo. Il primo approccio al film è un warning in stile cibernetico seguito da immagini videoregistrate in bianco e nero di uomini e donne che si ritorcono, urlano, levitano. Servizi in stile giornalistico a personalità del vaticano ed un annuncio per la partenza di nuovi corsi per esorcisti voluti dalla santa sede ci avvisano che il male si sta muovendo ad una velocità mai vista.

Dopo un buio che segue il logo del film (piuttosto chiaro ed esplicativo di per sé) veniamo catapultati in mezzo al casus che muoverà tutto il film: in un tape ci viene mostrata la protagonista, un “caso” particolarmente complesso: Angela Holmes (Olivia Taylor Dudley), o come viene definita dal Cardinale Bruun (Peter Andersson), portavoce del Vaticano e dal Vicario Imani (Djimon Hounsou), la personificazione in terra dell’Anticristo, giunta per dare inizio ad una nuova epoca che condurrà gli adoratori del falso profeta nelle luci della ribalta.

Con un flashback che porta ad alcuni mesi prima siamo in grado di conoscere meglio Angela, una ragazza di 25 anni appena compiuti. L’inquadratura muove da una parte all’altra, seguendo le varie videocamere degli smartphone degli invitati alla festa della ragazza e del fidanzato di Angela, Pete (John Patrick Amedori). La sbadata protagonista si taglierà un dito mentre tenterà di tagliare la torta, affondando in malo modo la lama nella mano.

Il verdetto del padre, il cattolicissimo colonnello Roger Holmes (Dougray Scott) tornato appositamente per il compleanno della figlia, parla chiaro: è necessario un ospedale; per quanto riluttante, la ragazza accetta. È qui che facciamo la conoscenza del reverendo Lozano (Michael Peña), ex militare in Iraq ed ora cappellano dell’ospedale. Passa qualche ora, dei corvi attaccano un autobus su cui si trovano Angela e Pete, facendolo sbandare. Uno degli uccelli morde la ferita della ragazza che giace rossa ed infettata. Ovviamente – non saremmo in un buon horror se andasse tutto liscio, no? – lei sceglie di non farsi curare immediatamente ma il giorno successivo.
Di ritorno a casa il tono del film cambia radicalmente, trasportandoci in una trama che da divertente e quotidiana si rende via via più strana ed oscura: visioni distorte, cambi di comportamento repentini, sussurri nella testa e poi un misterioso incidente. Di nuovo l’ospedale, la protagonista è in coma.Scelta interessante a livello fotografico è il ritorno dei Vatican tapes, siglati, per mostrare il passaggio del tempo nel reparto ed una circolarità negli eventi a cui stiamo assistendo.

Dopo 40 giorni senza nessuna attività celebrale, la scelta dell’équipe medica ricade sul distacco dei macchinari che tengono la venticinquenne in vita, non prima di aver eseguito su di lei l’estrema unzione.
Dopo alcuni istanti in cui il suono monotono e funereo dell’elettrocardiogramma la fa da padrona Angela tossisce: è tornata, con tanto di occhi aperti e visioni di caproni.
A quanto pare, è tornato tutto alla normalità” si lascia sfuggire uno dei medici, senza sapere che il peggio deve ancora da arrivare. Ed infatti dopo pochi minuti vediamo la nuova Lazzaro in piedi, che cammina e che con tutta la placidità del mondo tenta di annegare un neonato. Riesce a farsi buttare fuori dall’ospedale psichiatrico per la sua condotta particolare, salvo poi venire presa in carico dal reverendo Lozano e dal Cardinale Bruun per salvare quel che resta dell’anima della malcapitata.

La discesa nell’inferno della protagonista è cadenzata, Angela si rende conto del suo dramma interiore inizialmente, ma nessuno sembra curarsene o capirlo davvero. La complessità interiore della protagonista è sicuramente accentuata dalla capacità attoriale della Dudley, molto efficace anche senza l’uso di battute. Il tenore del film è piuttosto dilatato ed almeno nella prima parte i momenti paranormali sono pre-segnalati quasi esclusivamente dall’uso di accenti musicali, senza risultare però realmente soddisfacenti ai fini del terrore scatenato nello spettatore.

La luce utilizzata in tutta la durata del lungometraggio sfrutta i toni naturali, principalmente caldi,a contrasto con le videoriprese delle tapes paranormali e dei momenti in ospedale in cui si preferiscono atmosfere fredde e spesso desaturate. A livello della fotografia è interessante la scelta di primissimi piani e primi piani, virando sul campo lungo specificamente per le registrazioni in bianco e nero nelle stanze dell’ospedale psichiatrico.
Mancano alcuni approfondimenti sulla trama, passaggi che potrebbero essere puntualizzati in modo più efficace, personaggi che sebbene inizino con una buona caratterizzazione terminano per diventare carta da parati ed altri dei quali conosciamo una storia che rimane sospesa.

L’esito del rituale è quasi scontato, il culto del sottogenere dell’esorcismo ci rende avvezzi non solo alla pratica che si vedrà utilizzata, ma anche e soprattutto agli esiti che ne conseguiranno, con schemi che ormai è difficile variare o rendere innovativi.
Interessanti però alcune scelte stilistiche più che nell’esorcista, nell’esorcizzato – che non sarà nominato in questa sede per evitare spoiler – ma che in ogni caso chiarificano in modo ancor più eclatante le conseguenze del rituale cattolico che si sta svolgendo. In ogni caso su questo punto è sempre ben apprezzabile ritrovare ritorsioni di teste a 180°, aramaico antico e suppliche dei demoni ospiti, che rincuorano gli amanti di uno stile più vintage.

Il combattimento è forse il punto più critico della realizzazione: buone le immagini ed i colori, in un impianto fotografico che si rovescia (l’apoteosi del paranormale viene a essere realizzato con dei colori caldi e naturali), ma con un esito al limite del fantascientifico, che fa perdere completamente l’effetto terrorifico che si era andato creando con il rituale.
Il finale invece è intelligentemente calibrato per lasciare aperti quesiti che potrebbero rendere possibile ed interessante una realizzazione di un sequel dei Vatican Tapes, sullo stile antologico della serie dei coniugi Warren.

 

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