
Per la rubrica in collaborazione con la piattaforma streaming horror HODTV oggi proponiamo la recensione di The Raven, presente in catalogo su https://hodtv.net/?idPr=WH96P
“…La luce della lampada, raggiando su di lui, proietta la sua ombra sul pavimento, e la mia, fuori di quest’ombra, che giace ondeggiando sul pavimento non si solleverà mai più!“
Tratta dalla celebre poesia del maestro del gotico Edgar Allan Poe, la storia racconta della terribile discesa nella più cupa disperazione dell’autore, il quale è perseguitato dai ricordi e dalla recente dipartita dell’amata Lenore, cercando in ogni modo di annegare il dolore della sua perdita attraverso la solitudine e all’abuso di alcol.
In una notte lugubre e desolata, un corvo appare all’improvviso all’interno del suo studio e Edgar, incuriosito da quella strana apparizione, inizia a dialogare con l’animale per trovare qualche risposta a quella strana visita.
La comparsa del corvo sarà solamente l’inizio di una lunga serie di eventi che scaraventerranno lo sfortunato scrittore in un vortice di follia e di angoscia, costringendolo ad affrontare i suoi demoni interiori e a confrontarsi con i fantasmi del suo passato, i quali sono decisi più che mai a tenerlo per sempre prigioniero del suo dolore autodistruttivo, il tutto sotto gli occhi attenti e spietati del terribile volatile.
Diretto dal regista inglese Damian Draven e prodotta dalla casa di produzione indipendente The Oracle Company, The Raven è la prova concreta di come un adattamento di un opera letteraria possa riuscire pienamente a rispettare l’essenza del contenuto originale, ma allo stesso tempo di creare una trasposizione originale e stimolante per lo spettatore .
La scelta di creare un contesto narrativo dove Edgar Allan Poe, il quale ricopre il ruolo di protagonista all’interno di questa vicenda, intraprende un percorso alternativo rispetto a quello documentato nelle biografie ufficiali, e di trattalo come uno dei suoi personaggi principali dei suoi racconti dell’orrore e del mistero, non solo è stata ben elaborata e rappresentativa dello stile della poesia, ma ha garantito una nuova linfa di originalità senza tradire la vera essenza dell’autore.
Anche la prevalenza di una tonalità più scura e di uno scarso utilizzo della luce è riuscita a rimanere fedele allo stile gotico e oscuro dell’autore di Baltimora, facendo in modo che lo spettatore si immerga profondamente nelle atmosfere dell’autore e venga trascinato nel l’inesorabile discesa nella follia e nell’angoscia del protagonista.
Una nota di merito per la capacità di rimanere in equilibrio tra la fedeltà allo stile e al testo originale dell’opera e una reinterpretazione originale del contenuto va all’attore Michael Bates, l’interprete del tormentato Edgar Allan Poe. Bates con la sua espressività vocale ed emotiva ben definita riesce a rimanere fedele ai toni oscuri e tragici della poesia ma fornendo al pubblico una performance di grande impatto emotivo in grado di rivelare con sobrietà ed equilibrio le fragilità emotive del protagonista, specialmente al culmine della tensione emotiva presente nelle ultime scene del mediometraggio.
Anche Áine de Siún, interprete della defunta Lenore, riesce a creare un’interpretazione fedele allo stile originale dell’opera attraverso una recitazione molto accurata sull’espressività del personaggio e un’attenzione particolare alla gestualità, riprendendo fedelmente l’aura malinconica dell’omonima figura letteraria.
Nonostante la grande cura nel rimanere fedeli alle atmosfere del testo originale e l’incredibile costruzione della tensione emotiva dello sviluppo degli eventi, questo mediometraggio non è adatto a un vasto pubblico, in quanto si concentra maggiormente sulla creazione di una sensazione di terrore e un’inquietudine generato dalla suspense e da una costruzione graduale e accurata della tensione emotiva garantita dalla visione senza l’utilizzo specifico di qualche effetto speciale o artificio narrativo, e non garantisce l’approvazione della fascia di spettatori fedeli al testo originale dell’opera.
The Raven è un prodotto capace di cogliere in maniera approfondita l’essenza più pura dello stile gotico di Edgar Allan Poe e di trasmetterlo in una veste più originale ed evocativa all’interno di questo mediometraggio, riuscendo nell’impresa di catturare lo spettatore in un crescendo continuo di angoscia e di terrore in continua evoluzione e di fargli provare le stesse emozione suscitate nella lettura delle opere originali.
Marta Quitadamo