
Per la rubrica in collaborazione con la piattaforma streaming horror HODTV oggi proponiamo la recensione di Still Life, presente in catalogo su https://hnet/?idProdt=WH96Pv.
Still Life: Recensione – Still Life (Naturaleza Muerta) è un film indipendente argentino del 2014 diretto da Gabriel Grieco, al suo esordio al lungometraggio.
Il film presenta elementi dello splatter e del poliziesco, che si combinano ad un prologo in classico stile horror, in cui una ragazza, mentre si prepara la cena (rigorosamente carnivora) in casa da sola – una casa isolata e circondata dal bosco – si accorge che qualcosa non va: si guarda intorno, sente strani rumori, come il respiro di un animale che si avvicina, e poco dopo la ragazza sparisce dall’inquadratura, inghiottita da una misteriosa presenza, tra urla di terrore.
Il giorno dopo la sua scomparsa, la giornalista Jazmin, dopo una mancata promozione a presentatrice del telegiornale, viene inviata insieme al cameraman Diego nel luogo della scomparsa, per coprire un servizio di natura apparentemente diversa: le proteste di un gruppo di animalisti, che sostengono che l’allevamento intensivo della zona sia dannoso per l’ambiente, in quanto le deiezioni degli animali contribuiscono all’aumento dell’effetto serra.
Ma nonostante l’iniziale perplessità di Jazmin (e probabilmente anche quella dello spettatore meno vicino ai temi dell’ambientalismo) che vorrebbe occuparsi di più urgenti questioni di cronaca, i due casi si rivelano presto collegati, non solo geograficamente. Così Jasmine inizia a indagare autonomamente, scoprendo gradualmente una connessione tra le sparizioni e le proteste degli attivisti. A scomparire infatti sono proprio i mattatori e gli allevatori locali. “«Sono gli animali che si stanno vendicando», afferma allarmato uno degli attivisti della zona davanti alle telecamere.
Gli attivisti sono divisi in due fazioni: quelli che sostengono l’impatto disastroso dell’allevamento sull’ambiente e quelli che invece sono a favore di un’alimentazione vegana per puro amore degli animali. E ancora, lo scontro tra gli interessi in conflitto di agricoltori e allevatori.
Grieco crea una storia originale e interessante, a partire da tematiche di nuova rilevanza sociale e mediatica. C’è qualche eccessiva semplificazione e approssimazione nello sviluppo della sceneggiatura, così come nella regia, che vanta espedienti riusciti, come quello della “ripresa nella ripresa”, cioè delle immagini della telecamera di sorveglianza riprese dalla videocamera del cameraman, ma anche scelte meno felici che scadono nel cliché, come l’uso a volte invadente della colonna sonora che anticipa e sottolinea esageratamente il palesarsi di una qualche presenza nemica. La scelta della protagonista, interpretata da Luz Cipriota, vuole corrispondere forse in modo esageratamente marcato allo stereotipo del personaggio femminile degli slasher, ma la sua performance resta buona, così come quella di tutto il cast.
Still Life viene girato in uno stile che può incontrare o meno il gusto del pubblico, che è però consapevole di come l’immagine e gli effetti speciali risentano del budget di una produzione indipendente.
Con l’inserimento in chiave diegetica di sequenze tratte dal celebre film del 2005 Earthlings, che documentano le uccisioni degli animali negli allevamenti, Still Life contribuisce a mantenere acceso il dibattito intorno all’argomento, ma allo stesso tempo riesce come thriller – più che horror tout court – e quindi come lavoro di finzione, fondamentalmente perché dimostra di avere una storia da raccontare.