
Per la rubrica in collaborazione con la piattaforma streaming horror HODTV oggi proponiamo la recensione di Misogynist, presente in catalogo su https://hodtv.net/?idPr=WH96P
Misogynist recensione – Per dominare una donna…Insegnale il rispetto!!
Dopo essere stato lasciato bruscamente dalla sua ragazza, il giovane Harrison cade nello sconforto più totale finché non incontra il carismatico guru delle relazioni sentimentali Trevor.
Prendendo a cuore lo stato d’animo del ragazzo, Trevor lo invita a partecipare a uno dei suoi seminari per aiutarlo a rimettersi in sesto e migliorare il suo approccio con l’altro sesso, ma ben presto Harrison scoprirà quanto queste lezioni siano profondamente oscure e perverse.
In questi seminari Trevor insegna ai suoi allievi che l’utilizzo, la sopraffazione e la dominazione sono gli unici mezzi necessari per poter conquistare una donna e renderla completamente dipendente dal partner, non importa quanto siano gravi i danni inflitti sia a livello psicologico che a quello fisico.
Nonostante l’evidente e spaventosa misoginia di questi insegnamenti, lo straordinario carisma di Trevor e la sua capacità di entrare nell’animo delle persone per scoprire i loro desideri più profondi, riescono a conquistare immediatamente Harrison. Questo infatti, diventa in breve tempo il suo pupillo, acquisendo maggior dimestichezza nelle relazioni con l’altro sesso grazie agli insegnamenti del suo mentore.
Ben presto Harrison scoprirà che l’aver accettato di far entrare Trevor nella sua vita e di aver deciso di seguire ciecamente la sua visione estremamente maschilista comporterà il pagamento di un carissimo prezzo. Dietro agli insegnamenti del suo mentore si nasconde una verità che potrebbe sconvolgere il suo modo di vedere le cose.
Scritto e diretto dal regista esordiente Michael Matteo Rossi e distribuito dalla casa di produzione di film indipendenti With Italian Cowboys nel 2013, Misogynist ha dimostrato di possedere un grande potenziale nella rappresentazione di tematiche scottanti, quali la presenza di una profonda mentalità maschilista e l’uso di una narrazione coinvolgente e ben costruita.
Grazie ad un utilizzo ben congeniato di un’ambientazione caratterizzata da un forte contrasto di luci e ombre, il film riesce a sottolineare non solo l’oscurità latente che imperversa nell’animo dei personaggi e nel loro modo di agire, ma riesce a rappresentare con molta dimestichezza i pericoli e le terribili conseguenze di seguire un’ideologia che riesce ad inquinare la mente dell’ascoltatore sfruttandone le proprie debolezze e quelle degli altri. Una dimostrazione concreta di questo fattore è evidenziata nella scena in cui Trevor introduce per la prima volta il suo pensiero a un gruppo di aspiranti seduttori, i quali nonostante siano scioccati dai modi di fare e di dire del guru non riescono a convincersi ad andarsene dal luogo sinistro.
Nonostante questi difetti nella struttura narrativa, la profonda caratterizzazione dei personaggi e una costruzione precisa e ben dettagliata dei climax sono i punti cardine grazie ai quali il film ha saputo dimostrare la sua capacità di saper sviluppare una storia in maniera alternativa e coinvolgente.
Una menzione speciale va all’interpretazione di Jon Briddell, il quale ha saputo rappresentare in maniera ben accurata e definita la complessità della personalità di Trevor riuscendo a conquistare il pubblico, e di Jonathan Bennett nei panni di Harrison che è riuscito a interpretare la lenta trasformazione caratteriale in modo sottile ma allo stesso tempo di grande impatto emotivo, riuscendo a far riflettere gli spettatori sul suo percorso all’interno della vicenda narrativa.
In conclusione Misogynist è un film che è riuscito a raccontare una storia di grande impatto emotivo in grado di far riflettere il pubblico, nonostante la presenza di alcune incongruenze all’interno della sua struttura narrativa e della caratterizzazione dei personaggi femminili, sfruttando la sua capacità di sviluppare un ritmo narrativo incalzante e capace di tenere alta la tensione.
In questa scena il modo in cui il personaggio riesce a influenzare il suo interlocutore e a far accettare la validità dei suoi insegnamenti esplicitamente misogini e pericolosi, sfruttando le sue esperienze negative nei confronti dell’altro sesso e il suo desiderio di dominazione, evidenza una costruzione dell’intensità emotiva davvero precisa e di grandissimo impatto grazie all’uso di un ritmo serrato e coinvolgente. Inoltre, riesce a dare allo spettatore un effetto di déjà-vu che verrà concretizzato man mano che proseguirà la trama, grazie ad una precisa operazione di ricomposizione degli elementi narrativi, aiutandolo a scoprire un aspetto inedito dei personaggi e a guardarli con occhi nuovi.
Nonostante questa straordinaria operazione di costruzione della suspense all’interno del contesto narrativo, la struttura del film presenta una serie di incongruenze che compromettono la partecipazione emotiva del pubblico e rendono difficoltosa la comprensione del svolgimento della trama. La più importante di queste è la mancanza di un maggior approfondimento delle dinamiche relazionali tra Harrison e Trevor, in quanto non viene specificato come si è evoluto il loro rapporto nel corso del tempo, dal loro primo incontro fino a quando il giovane non diventa il pupillo del guru. Questo particolare genera molta confusione nello spettatore, perché le uniche scene in cui viene mostrato il loro rapporto sono molto scarse e con una significativa distanza temporale l’una dall’altra.
Anche la mancanza di un maggior rappresentazione dei personaggi femminili all’interno della trama contribuisce a creare una sensazione di distacco nello spettatore, in quanto sono relegati come dimostrazioni degli effetti morali del comportamento misogino dei protagonisti senza un vero sviluppo della propria personalità e del proprio ruolo all’interno del film.
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