
Per la rubrica in collaborazione con la piattaforma streaming horror HODTV oggi proponiamo la recensione di Get My Gun, presente in catalogo su https://hodtv.net/?idPr=WH96P
Un po’ Revenge di Coralie Fargeat, un po’ A l’interieur, Get my gun prende la base del rape and revenge movie per trasformarla in qualcosa di più drammatico e meno liberatorio. La vendetta vera e propria viene relegata ai primi 5 minuti del film, e in parte anche estromessa (non ne vediamo la fine), per focalizzarsi maggiormente sulla vita della protagonista prima e dopo il tragico evento.
Amanda è una giovane ragazza che lavora come cameriera in un hotel, non molto soddisfatta di questa vita, complici anche le schifezze che le tocca ripulire dalle camere. Una nuova inserviente a cui dovrà fare da tutrice, Catherine, le porterà un po’ di gioia, ma questa sarà presto interrotta da un uomo che la violenterà nascondendosi nel bagno della sua camera.
Come già detto, ciò che interessa di più al regista Brian Darwas non è la vendetta, che comunque avviene, quanto il mostrare una vita già sottomessa alle regole della società e degli individui maschili.
Quasi tutta la prima parte indugia in una serie di scene in cui la nostra protagonista si affanna a mettere a posto le camere dell’hotel, luoghi di perversione e nefandezze varie. Dopo la violenza, ad Amanda resteranno dei segni indelebili come una cicatrice sulla bocca e, soprattutto, una gravidanza. Ed è qui che, di nuovo, il regista cerca di dare al personaggio un arco narrativo focalizzato più su sé stessa che sulla vendetta. Combattuta tra il desiderio di trovare qualcosa di buono in ciò che le è successo, e la paura di ricordare per sempre quell’evento negli occhi del bambino, non è sicura se tenerlo o no. Sarà una donna, probabilmente ancora più malata dell’uomo che l’ha violentata, a farle prendere una decisione.
Subito dopo la prima scena, i dettagli gore e splatter scompaiono per far posto a un dramma più intimo e realista. La violenza tornerà quindi nella seconda parte, diventata all’improvviso un home invasion che non lascia pace alla nostra protagonista. Brian Darwas ci dà la sua visione del rape and revenge, che non si esplica solamente in un odio verso il sesso maschile, ma in una forza tutta femminile di coraggio e resistenza.
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