
Excess Flesh – Jill e Jennifer sono due amiche e coinquiline che condividono un appartamento a Hollywood. Jill è timida, insicura ed estremamente introversa, mentre Jennifer è l’esatto opposto: espansiva, festaiola e sicura di sé. Ed è esattamente questo il punto, le due ragazze sono una il contrario dell’altra. Jill soffre di un grave disturbo alimentare: si vede costantemente inadeguata, controlla insistentemente il peso sulla bilancia e pur di non mangiare ha incatenato il frigorifero con un lucchetto, sfogando spesso lo stress e la solitudine con abbuffate notturne, delle quali poi si pente e per le quali si punisce. Jennifer invece è una ragazza di successo: lavora nel settore della moda, è bella e perfettamente in forma, ha molti amici, dà continuamente delle feste in casa sua e ha molti rapporti con diversi ragazzi. Fin da subito si vede che il rapporto tra le due amiche ha qualcosa di sbagliato e profondamente malato. Jennifer sminuisce continuamente l’amica, la chiama grassa, le dice che è una nullità, va a letto con il ragazzo che piace a Jill e quando questa si arrabbia, Jennifer si scusa promettendo di parlarle da amica e di darle spiegazioni che non arriveranno mai.
Jill vive continuamente nell’ombra di Jennifer, costantemente sopraffatta dalla sua dominanza psicologica, ma ben presto raggiunge il limite: imprigiona Jenniffer ed inizia fra le due un gioco al massacro macabro sullo sfondo di una casa trasformata in una cloaca straripante di cibo andato a male e sporcizia.
Film del 2015 diretto da Patrick Kennelly, Excess Flesh si regge interamente sul ruolo di vittima e carnefice tra le due amiche, ribaltandosi a metà storia ed entrando sempre di più dentro un vortice di follia e disgusto dove a fare da sfondo a questa c’è il rapporto con il cibo, l’accettazione di sé e la mancanza di amore.
L’oppressione di Jennifer su Jill prima, e poi di Jill su Jennifer si rispecchia nella regia, che insiste in maniera ossessiva sui due personaggi con primi e primissimi piani, fino ai dettagli sulle bocche deformate che ingurgitano cibo. Bethany Orr (Jill) e Mary Loveless (Jennifer) con le loro interpretazioni riescono a coinvolgere lo spettatore e a trascinarlo dentro il vortice di orrore che si crea fra i due personaggi da loro interpretati, giacché il film si regge totalmente sulle torture – prima psicologiche, poi fisiche – che le ragazze si infliggono a vicenda. I due personaggi sono complementari, sembrano uno l’opposto dell’altro, o forse Jennifer è proprio una proiezione di Jill e delle sue insicurezze?
Excess Flesh è uno di quei film che rientrano nella categoria – ormai abusata? – dei film cosiddetti “disturbanti”. Ciò che viene messo in scena non si limita ad esprimere un semplice (seppur vero) concetto di denuncia e consapevolezza dei disturbi alimentari. Le tematiche di disturbo alimentare e di bulimia vengono estremizzate come risultato di una frustrazione portata oltre il suo limite che scatena un’isteria di vendetta, che peraltro viene compiuta attraverso il cibo. Lo spettatore così, assiste a sua volta ad una bulimia di immagini di cibo, sesso, e sporcizia che saturano la narrazione, forse anche troppo. A tal proposito infatti, c’è da chiedersi se questa continua reiterazione possa essere eccessivamente stancante, proprio perché al di là del senso di disgusto che il film vuole volontariamente provocare, gli altri temi, anche se presenti, sono poco approfonditi e risolti soltanto nell’ultima parte del film.