
Per la rubrica in collaborazione con la piattaforma streaming horror HODTV oggi proponiamo la recensione di Compulsion, presente in catalogo su https://hodtv.net/?idPr=WH96P
Compulsion è un film a regia ispanica, prodotto dalla Shock Film factory nel 2017. Lungometraggio plurinominato e premiato nel suo anno di uscita, è il primo feauture film del regista Ángel González.
Una giovane donna piuttosto introversa sospetta che il suo fidanzato la tradisca. Quando, dopo averlo visto con un’altra sceglie il silenzio per continuare a indagare, si trova di fronte a un segreto che trasforma la sua vita in un incubo senza fine.
La timida Ester e il suo fidanzato Robert vivono una vita piuttosto quotidiana e semplice, scandita dalla routine di lei e dalle lunghe e – poco credibili – notti di lavoro di lui. Questo dettaglio porta la donna a chiedersi quanto di vero ci sia nelle parole del compagno e quanto, piuttosto, questi preferisca la compagnia di qualcun’altra alla sua. Le sue investigazioni la porteranno a scoprire un terribile segreto che cambierà per sempre la sua vita.
Prima della visione di questo film, è bene fare una premessa per tutti coloro che si vogliono avventurare nella trama di Compulsion: il film è molto coinvolgente a livello emotivo e la maestria di Gonzales alla telecamera crea scorci e inquadrature dal taglio incredibilmente realistico.
In aggiunta, l’utilizzo del make up e degli effetti sonori è davvero magistrale e questo influenza soprattutto le scene più graphic (minor spoiler: non sono poche), al punto che il pubblico più sensibile potrebbe trovarsi non a suo agio nella visione.
Le luci, carattere fondamentale della scuola ispanica, sono divise equamente tra oniriche e sfumate ed a prevalenza naturale.
L’utilizzo della telecamera, che come abbiamo detto, per un film a basso budget è davvero rimarchevole, sfrutta l’utilizzo del POV personale per permettere con più facilità di entrare nella sua mente e alcuni giochi di inquadratura per lasciare delle impressioni più inquietanti a contrasto con la normalità e quotidianità degli ambienti.
La scena finale è carica di emozione, di catarsi e di sangue, ma corona perfettamente un film in grado di lasciare una senzazione di perturbante alla fine dei 71 minuti di screening time che raramente possono essere percepiti in modo così netto. Non un film per tutt*, ma un film che vale la pena vedere.