
Per la rubrica in collaborazione con la piattaforma streaming horror HODTV oggi presentiamo la recensione di Alguien en la casa, presente in catalogo su https://hodtv.net/?idPr=WH96P
Black Creek recensione – La Vendetta che arriva dal passato cammina tra i boschi
Un’antica e sanguinosa creatura proveniente dai miti dei nativi americani possiede la capacità di prendere possesso del corpo della sua ultima vittima. Si aggira tra i boschi del Wisconsin per seminare morte su chiunque abbia la sfortuna di incontrarla, alla ricerca di vendetta per i massacri causati dai coloni secoli fa.
Sfortunatamente un gruppo di giovani composto da Mike – un ragazzo tormentato dalla recente morte di suo padre -; sua sorella Jenna; i suoi migliori amici Lloyd e Harry; Heather e la sua amica Rachel, si stabiliscono in una cabina in mezzo alla foresta per rendere l’ultimo saluto al padre di Mike spargendo le sue ceneri.
La presenza dei ragazzi attira ben presto l’attenzione della creatura che inizierà a cacciarli senza alcuna pietà, spingendo il giovane Mike a scavare più a fondo nel passato e nei miti raccontati dal padre per poter sopravvivere e sconfiggere il mostro una volta per tutte.
Diretto dal regista indipendente James Crow, Black Creek è un film che riesce a interpretare alcune tematiche molto importanti, quali l’elaborazione del lutto a seguito della perdita di una persona cara, il confronto con il passato e l’importanza di miti e tradizioni trasmesse di generazione in generazione. Tutto questo attraverso l’elaborazione intima e simbolica delle atmosfere cupe e ansiogene tipiche dei film dell’orrore ambientati nella natura, in un tortuoso viaggio verso luci e ombre di un passato che torna a perseguitare il presente.
Il viaggio intrapreso da Mike per rendere un ultimo addio al padre da poco deceduto a causa di un tragico incidente, il quale ha lasciato un segno indelebile nell’anima del ragazzo, è una chiara metafora sull’enorme impatto emotivo causato dalla perdita di una persona cara e dei pesanti bagagli emotivi di cui il protagonista deve farsi carico per poter elaborare il lutto e andare avanti con la propria vita.
Come qualsiasi altro viaggio anche quello di Mike non sarà privo di imprevisti e colpi di scena, in quanto la comparsa della creatura porterà alla luce degli oscuri segreti legati al passato di suo padre, ma che saranno di vitale importanza per la sua sopravvivenza e quella dei suoi amici, sfruttando le conoscenze sui miti di nativi americani trasmessi dal genitore per combattere questa minaccia e andare avanti con la sua vita .
La fotografia oscura e cupa e il senso di smarrimento provocati dall’ambientazione boschiva riflettono perfettamente il clima emotivo della lotta alla sopravvivenza dei protagonisti, portando lo spettatore a provare un costante senso di inquietudine e di suspense, esacerbato ulteriormente da un ritmo narrativo disteso.
Inoltre, la massima attenzione per gli effetti speciali artigianali permette alla rappresentazione delle morti e delle azioni della creatura un tono semplice ma allo stesso tempo efficace nella costruzione della tensione emotiva degli eventi narrati, in quanto evita l’utilizzo di artifici inutili e poco realistici legati all’abuso degli effetti digitali. Questo riporta alla mente le atmosfere del film The Blair Witch Project per la sua artigianalità nella rappresentazione delle atmosfere cupe e l’inserimento di elementi mitologici per rendere la storia più ricca e realistica.
Nonostante queste premesse interessanti, c’è un punto dolente che impedisce al film di raggiungere un elevato livello di qualità e di suscitare allo spettatore un vero senso di angoscia e di ansia, ovvero la recitazione estremamente fredda e rigida degli attori, che insieme alla tonalità monocorde dei dialoghi appaiono poco motivati e privi di qualunque emotività .
L’elemento che stimola l’interesse del pubblico verso questo film è la rappresentazione e rielaborazione ben costruita e curata della mitologia dei nativi americani, usata come metafora del viaggio interiore del protagonista e del suo rapporto con il passato, e come elemento descrittivo fondamentale per la costruzione dell’ambientazione del lungometraggio creando degli spunti di approfondimento.
Marta Quitadamo
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