
Diretto da Michel Hazanavicius e presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma, Coupez! è probabilmente uno dei film più dichiaratamente meta-testuali di sempre: un film di zombie che è in realtà una spassosa messa in scena delle peripezie affrontate sul set da una scalcinata troupe televisiva, capeggiata dal regista Rémi (Romain Duris), impegnata in una ripresa live streaming di un film di zombie in cui, secondo copione, una vera epidemia zombie si abbatte su cast e troupe.
Il bello della diretta la fa da padrone, mescolando ulteriormente le carte in tavola quando gli attori scritturati per il ruolo di regista e truccatrice si danno malati a mezz’ora dall’inizio del film, e all’ultimo momento è proprio Rémi a dover vestire i panni del regista, mentre il ruolo di truccatrice passa a sua moglie Nadia (Bérénice Bejo, nella vita reale tra l’altro moglie di Hazanavicius), attrice con il vizio di prendere troppo sul serio i ruoli che interpreta. L’imprevisto porta ad una prevedibile quanto realistica sovrapposizione di arte e vita, e la reale esasperazione e frustrazione di Rémi nei confronti del progetto e degli attori causa una convincente interpretazione della parte del regista che porta sul set degli zombie veri pur di spingere gli attori a dare il meglio e realizzare un film in grado di suscitare delle vere emozioni. Lo aiutano nella paradossale riuscita della messa in scena la convinzione di Nadia, la colossale sbornia dell’attore-cameraman e gli impellenti bisogni corporali dell’attore-aiuto regista. Il tutto coordinato dall’arguzia e dall’acume cinematografico della giovane figlia di Rémi, nonché aspirante regista, Romy (Simone Hazanavicius – sì, è la vera figlia), che nonostante i dissapori con il padre condivide con lui il disprezzo verso l’uso delle lacrime finte – anche quando sono i bambini a dover piangere – correlativo oggettivo di una chiara unanimità di vedute sul cinema e sul fare cinema.
A partire dal suo titolo, Coupez! (titolo italiano: Cut! Zombi contro Zombi ) punta ad essere un film sul film, oltre che nel film, giocando sull’opposizione tra il prodotto finito, la sua realizzazione e quanto accade durante le riprese, come tre atti della stessa sceneggiatura, disposti in modo tale da rendere lo spettatore consapevole delle dinamiche inerenti alla realizzazione di un film, in chiave grottesca ed esilarante. Ad accentuare il livello meta-testuale è sicuramente la citazione al film giapponese di riferimento: Coupez! è infatti il remake di One Cut of the Dead (tradotto in italiano come Zombie contro Zombie), e il riferimento viene estrinsecato sul piano narrativo dal momento che Rémi è stato incaricato di girare un remake proprio di un film giapponese di successo, il cui titolo però non viene specificato.
Rendere il remake tale anche a livello diegetico è sicuramente un escamotage furbo, ma si dimostra anche una trovata fine a se stessa che non apporta nulla di nuovo al film originale, se non qualche gag dovuta a fraintendimenti linguistici franco-giapponesi. Come l’originale, Coupez! omaggia il cinema di genere a basso budget e l’ingegnosità e creatività dei suoi realizzatori, ma l’adattamento francese aggiunge alla storia una vena sentimentale da commedia drammatica nella rappresentazione del rapporto difficile padre-figlia e della loro riconciliazione, che coincide con la realizzazione finale del film, il cui successo non sta tanto nel risultato finale – abbastanza mediocre – quanto nell’unione degli sforzi dell’intera troupe, catturata in un’immagine finale che sugella quello che vorrebbe essere il vero spirito del cinema: un lavoro di squadra in cui l’unione fa la forza – a discapito forse di un’idea di singolarità spesso identificata con quella di autorialità – in cui fondamentalmente ci si diverte, senza necessariamente puntare a risultati gloriosi. E zombie discutibili e sangue finto ne sono un’immagine eloquente.